L’usignolo di ferro
Scrivere poesie dal punto di vista dei bambini è facile e al tempo stesso estremamente rischioso: facile perché naturalmente si è portati ad una certa indulgenza, si è in parte esentati da vincoli linguisti, metrici e lessicali; difficile perché per un adulto è arduo ritrovare e riprodurre quell’ingenuità che è la peculiarità dell’infanzia, e si rischia di cadere in una costruzione che appare artefatta. Nei testi che proponiamo di seguito Francesco Iannone si muove in una terra che è diversa da quella dei lavori già editi e dimostra di saperlo fare benissimo, in quanto riesce a recuperare, forse grazie all’esperienza della paternità e al fatto che essa comporta anche il riappropriarsi della fanciullezza da parte dei genitori, uno sguardo genuinamente infantile, e a restituirlo sotto forma di immagini radiose che spesso portano ad un sorriso pieno.
Dalla prefazione di Francesco Tomada
Il libro è un formato particolare, misure 15cm x 15cm Carta di copertina porosa. All’interno ci sono 4 tavole disegnate a mano da Flavia Peluso, che possono diventare quadretti o cartoline, estraibili dal libro da inviare alle persone che amiamo. I bambini possono davvero scrivere poesie come gli adulti?
Mamma piange
è sul divano e piange
come in tivvù Valeria Marini
gli occhi due polli
rincorsi
il viso una mareggiata che promette
i peggiori disastri.
Non piangere più
Valeria Marini ordina a se stessa:
solo essere felice e basta.
Mamma hai sentito?
Se anche Valeria Marini piange
il mondo non è brutto
i mostri non esistono
e gli uomini felici sono tutti angeli
con la tosse
così forte da aprirgli il petto
e gli uccelli che ci vanno a beccare dentro.
Francesco Iannone è nato a Salerno nel 1985. Ha pubblicato le raccolte di poesia Poesie della fame e della sete (Ladolfi, 2011), Pietra lavica (Aragno, 2016) e il romanzo Arruina (il Saggiatore, 2019); ha pubblicato le plaquettes Le belve erranti (Nervi, 2019) e Pasifae (edizioni Volatili, 2020). Collabora con il quotidiano «Il Foglio».