Recensioni – Fiori d’asfalto ed altre solitudini
Eroica Fenice – luglio 2016
“La stanza è una conchiglia dove l’uomo si ripara, ma ancora una volta la solitudine è il pericolo più grande, “restare chiusi dentro” (come scrisse Virginia Woolf) è il più terrificante incubo.
Le distanze sono gradite, ma deve pur esserci, sempre, un contatto intimo e terreno.”
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Zest Letteratura Sostenibile – luglio 2016
Anonimo portatore di pseudonimo, Allan Corsaro è alla sua prima raccolta di poesie Fiori d’asfalto ed altre solitudini edito ‘roundmidnight Edizioni.
54 pagine di urbana solitudine in cui l’autore scrive sull’asfalto lacerato da radici prepotenti come la natura che tutto può e vince anche quando si cerca di soffocarla o nasconderla.
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Teatri e culture – luglio 2016
Poesie che parlano di solitudine, di angoscia dell’esistenza, su tutte un anelito alla speranza anche se “troppo semplice è la felicità”, questo è “Fiori d’asfalto e altre solitudini” opera prima di Allan Corsaro edito da ‘ roundmidnight Edizioni .
Titolo emblematico che annuncia la lettore il senso dei versi che verranno letti.
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Armadillo Furioso – luglio 2016
Una poesia che resiste nel punto di vista del suo autore, dove non c’è il conforto, per il lettore, della parola scritta ma solo un pretesto per ritrovarsi. Ci si smarrisce all’interno di versi, compilati di getto, ossessivi, che invadono gli occhi con immagini vivide, vorticose, messe lì, affollate, nello spazio ridotto di una pagina, sempre sul punto di esplodere.
Non ci sono titoli a intestare i versi, solo un flusso incondizionato di parole da bere d’un fiato.
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Mangialibri – Settembre 2016
Pioggia e lampi di una solitudine esistenziale scandita da rimpianti e dolore, amarezza e spazi urlanti di silenzio.
Lo smarrimento dell’io che, con i suoi interrogativi desolati, cerca riparo e conforto lungo la riga luminosa della poesia.
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L come libro – ottobre 2016
Le parole ti piovono addosso come proiettili e ti rimangono incollate alla coscienza, si sedimentano, si aggregano sul fondo del tuo barile e non escono più.
E’ difficile dimenticare i dettagli di una poesia che ti ha lasciato il segno, forse perché vive di immagini, visive e sensoriali, e le immagini rimangono molto più che le parole.
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Daniela Montanari – ottobre 2016
Sì, perché occorre essere tanto tanto coraggiosi per arrivare a scrivere “la ruggine sugli alberi” o “scrivo di pomeriggio perché è più semplice morire”;
o ancora “carta straccia ad elemosinare il vento”. Tanta poesia=tanto coraggio, e il connubio non sembra dovuto soltanto alla giovanissima età dell’autore
quanto a una malattia per la quale nessuno cerca un antidoto. Perché scrivere non sempre è liberatorio, può essere anche dannazione.
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Blablabook – dicembre 2016
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ArteNews – ottobre 2016
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